Pontremoli

Alla scoperta del barocco pontremolese
Menzionata per la prima volta nel diario dell’arcivescovo di Canterbury attorno al 990/994 d.C.
È menzionata per la prima volta nel diario di viaggio di Sigeric, arcivescovo di Canterbury che, attorno al 990/994 d.C., lo porta a Roma lungo l’antica via Francigena. Oppidum medievale dalle altissime torri, è riconosciuta libero Comune dagli imperatori Federico I Barbarossa e Federico II. Dopo un’alternanza di dominazioni (Rossi di Parma, Scaligeri, Visconti, Sforza, Francesi, Spagnoli), nel 1650 entra nel Granducato di Toscana e inizia un periodo di stabilità politica e prosperità economica.
Nasce così la Pontremoli settecentesca frutto dell’opera dei maggiori esponenti di quello che è stato definito il “Barocco pontremolese”. Nel 1778 è dichiarata “Città nobile” dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena e, nel 1787, Pio VI la innalza a sede episcopale. La venuta delle truppe napoleoniche, all’inizio dell’800, sancisce la fine del primo periodo granducale. Successivamente la Città torna, dapprima sotto il Granducato di Toscana, quindi viene annessa al Ducato di Parma fino all’Unità d’Italia.
Rinomata come ‘Città del Libro’, è all’origine della nascita del famoso Premio letterario ‘Bancarella’.
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