Prodotta esclusivamente dalle api nutrici, costituisce l’unico nutrimento assunto dall’ape regina. La sua produzione all’interno dell’alveare è di conseguenza esigua.
La pappa reale si presenta come una pasta fluida, di colore avorio, dall’odore aromatico e sapore acidulo. Contiene acqua, proteine, carboidrati, lipidi, vitamine (B1, B2, B6, B12, PP), acido pantotenico, sali minerali, e oligoelementi.
È un potente stimolante energetico, giova ai bambini, ai convalescenti, agli anziani, alle donne in gravidanza o durante l’allattamento, ai disappetenti, agli sportivi, agli studenti perché aiuta la concentrazione l’attività cerebrale. Va conservata in frigorifero e consumata a cicli di 28 giorni, intervallati da 7 gg di astensione, per non più di tre cicli consecutivi. La dose (salvo diverse indicazioni mediche) è una puntina posta sotto la lingua al mattino a digiuno o stemperata in un po’ d’acqua o di miele.

La pappa reale
Il polline
È raccolto dalle api direttamente sui fiori, rappresenta l’elemento maschile fecondante della pianta. Le api lo impastano con la saliva e lo utilizzano come alimento per le larve e per la produzione della pappa reale.
È un formidabile ricostituente, con azioni curative anche in altre patologie quali disfunzioni intestinali legate alla flora batterica, anemie, epatiti, arteriosclerosi, infiammazioni prostatiche. La sua funzione è particolarmente utile nella vecchiaia, nella convalescenza e nei deperimenti organici.
La dose consigliata è un cucchiaio al giorno per gli adulti e un cucchiaino per i bambini. Va assunto lontano dai pasti, per cicli di 2-3 mesi (28 giorni di cura e 7 di sospensione) preferendo il periodo primaverile e l’autunno.
La Propoli
È una sostanza resinosa che le api producono da elementi protettivi che ricoprono le gemme degli alberi.
È un prodotto antibiotico, anestetico, cicatrizzante, antinfiammatorio, antimicotico. È particolarmente indicata contro le affezioni gastrointestinali e delle vie urinarie, ma anche nei sintomi influenzali, sulle piccole ferite, in caso di raffreddore, mal di gola, faringiti e laringiti.
La cera
Diversamente da quanto accade per altri tipi di imenotteri che costruiscono i loro nidi con materiali raccolti in natura (per esempio, sostanze cellulosiche o fango), le api provvedono loro stesse a produrre la cera con la quale edificano le strutture interne dell’alveare, i favi.
La raccolta della cera avviene durante le fasi di smielatura. In media si ricava 1-1,5 kg di cera per ogni quintale di miele.
La cera d’api viene utilizzata nell’industria della cosmesi naturale, nella produzione di candele, ma anche per alcune ricette di apiterapia.
Il veleno
È secreto da specifiche ghiandole delle api di sesso femminile: le operaie, allo scopo di difendere l’alveare da eventuali aggressori, e la regina per uccidere le rivali. I fuchi non producono veleno.
Quando un’ape punge un essere umano, il pungiglione rimane uncinato nella pelle e l’ape muore. Nell’uomo il veleno d’ape può provocare reazioni che vanno dal dolore localizzato, fino a delle vere e proprie reazioni allergiche e allo shock anafilattico, uno stato di ipersensibilità che può approdare a una reazione violenta, in rari casi con esiti mortali.
Nonostante questo, il veleno d’ape contiene una molteplicità di sostanze che possono essere usate efficacemente a scopo terapeutico per l’uomo, dopo aver verificato che non sia soggetto ad allergia.
Il veleno d’ape contiene soprattutto peptidi ed enzimi, ed ha proprietà antinfiammatorie, neurotossiche del sistema nervoso centrale, antipiretiche, analgesiche, cardiotoniche, anticoagulanti, regolatrici della pressione sanguigna. Il suo campo d’applicazione spazia dalle malattie cardiovascolari, a quelle del sistema muscolo-scheletrico, del sistema endocrino, del sistema nervoso e anche in oftalmologia, dermatologia, ginecologia, immunologia e virologia.